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Foglie a dicembre - Milano 2008



Sto imparando ad elaborare/editare/modificare insomma a smanettare con le foto in digitale! Oggi ho imparato a fare a colori parti di foto in bianco e nero!

Questo è il mio primo esercizio.. caruccio! ihihi rsrsrrsrss :-)

Grandine al tropico

Si si, è solo un pezzo di ghiaccio... normale la grandine! Però cascata così, dal nulla, in una limpidissima e calda giornata di sole tropicale a 3000 metri, fa la sua porca figura! O no? ;-)

Non so se la foto rende... a parte il pezzettone gelato tenuto in mano per gentile concessione di Martina, la strada è piena di pezzetti bianchi! Tra l'altro, solo una ventina di minuti di diluvio picchiettante sono bastate ad affogare la strada. Per fortuna era ripida!

Gita fuori porta - Capinota

Giovedì, mi sembra. Padre Sergio ha una rara mezza giornata libera e ci invita ad accompagnarlo a Capinota. Capicheee?!?! Io all'inizio avevo capito copilota...Però si dai, Martina e io accettiamo.

Ogni spostamento è un'occasione per farsi due chiacchiere. Inondiamo Padre Sergio di domande e opinioni più o meno pertinenti, lui si mette a raccontare con le mani sul volante e la testa mezza qui e mezza nei suoi ricordi boliviani.

"Queste pianure qui, diventano fiumi nella stagione delle pioggie". "Andiamo a trovare P. Massimo, Federica, Maria...". ""La strada che percorriamo porta a La Paz... questa qui secondaria in cui entriamo ora è una delle poche strade secondarie asfaltate che ci sono". L'ha asfaltata la COBOCE per farci passare i suoi camion. La COBOCE è un'industria di cemento "enteiramente boliviana", come recita la sua pubblicità scritta su tutti i muri, che pare essere una delle (poche) imprese locali che lavora con efficienza. "Chi lavora alla COBOCE - ci dice P. Sergio - è considerato fortunato, perché ha un salario decente e gli operai sono trattati bene".

Seguendo lungo questa rara comodità attraversiamo valli larghe e pianeggianti verdissime, circondate da montagne con colori cangianti: pietra grigie, gialle, terra marrone e rossa. Terra rossa. Vedendola mi nasce un sorriso bellissimo, mi verrebbe voglia di prenderne un pugno. Terra rossa come quella brasiliana, terra rossa come Laura che mi dice terra rossa di ritorno dall'Africa. E verde intensissimo.

E' così che mi ricordo che per me l'America Latina, finora il Brasile e persino San Paolo, è il luogo in cui mi sono sentita piccolissima in mezzo ad una natura potentissima. Solo in questa parte del mondo mi sono accorta che la natura che noi dei climi temperati riusciamo a dominare - e ormai solo a tratti - è in realtà qualcosa di troppo poderoso e stupefacente. Bellissima e sublime, me la godo tra un raggio di sole caldo e un temporale forte.

Mentre vagheggio per fortuna qualcun'altro guida e arriviamo a Capinota. P. Sergio ci abbandona dopo poco con la scusa di farci fare un giro da sole :-) Appena messo piede fuori dalla parrocchia occhi puntati su di noi. A breve ci viene il dubbio che abbiamo un naso rosso sulla canappia, dato che tutti ci guardano e ridacchiano... Noi passeggiamo con un punto interrogativo sulla testa.

Capinota ha una strada principale asfaltata, privilegio riservato alla piazza e a poco altro. Camminando incrociamo un gruppetto ben animato di studenti che tornano dal turno pomeridiano, poggiamo gli occhi su qualche cholita che vende verdura e frutta, ci guardiamo io e Marina con quella faccia un po' così ripercorrendo viso mani gambe piedi di due bimbetti che giocano in un canale di scolo della pioggia. Sulla strada passano spesso camion carichi di terra o pietre.

Il tempo è tiranno e noi tre abbiamo un invito a cena a Cochabamba. Ore 18 si risale in macchina. Appena fuori dal paese spuntano dei binari ferroviari in disuso. Una volta qui c'era la ferrovia e la cittadina ne godeva abbastanza. Poi però la ferrovia ha chiuso, non so bene perché. Più avanti un camion che trasporta pietre senza alcuna protezione per evitare che cadano. Noi temerari dietro con la macchina, mentre lasciamo questo strano posto a metà tra campagna e cemento.

Coisas banais - parafrasando Nietzsche

Forse era Nietzsche che scriveva che le cose (eventi, discrasie, incoerenze...) grandi sono banali e attirano l'attenzione degli stolti, mentre i particolari delle cose (dettagli, passaggi salienti ma accennati di un'argomentazione...) meritano l'ia attenzione attenzione dei saggi. Bene, oggi io mi sento neppure stolta, ma proprio cretina, dato che la mè finita qui: www.repubblica.it/2006/05/gallerie/politica/saluti-romani-alemanno/1.html

(solo per stomaci forti, e per favore, niente scene piagnone)

Prima foto disponibile sul sito del secondo giornale d'Italia. Quasi come cercare un'automobile sui marciapiedi di Milano, o una palma da cocco sulla costa del Cearà. Ecco, meglio sognare lidi lontani.

Saluti me(s)ticci

Nuove foto!


Ci sono nuove foto su http://www.flickr.com/photos/lefotodimari/

Oggi ho fatto anche delle foto al Caminho Novo, dove sto lavorando adesso con i moradores de rua, cioè i senza dimora. Belle. Mi organizzo e arriveranno presto anche quelle!