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Berlusconi se n'è andato, lacrime e l'aria fresca

Berlusconi se n'è andato, dopo quasi un ventennio di violenza sul mio paese. Io sono felice! E vorrei tanto essere stata qui:



Mi viene da piangere per commozione, ma anche perché vorrei davvero che ci fosse una classe politica capace di rappresentare e rispondere a questo entusiasmo con un modello sociale più giusto e pulito, oltre che con un'economia più efficiente, per il mio paese. Questo difficilmente avverrà con il futuro governo Monti. E dopo? Saremo capaci di trasformare l'entusiasmo in attenzione collettiva e politiche migliori? We all need fresh air!

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Berlusconi has gone after almost twenty years of violence in/on my country. I am very happy! And I would love to be here (video above).

I feel as I would cry because I am moved, but also because I would like to be confident that our politicians are able to represent and answer to this enthusiasm with a more just and clean social model, along with a more efficient economy, for my country. This will hardly happen with the Monti's government. And after that? Will we be able to transform our enthusiasm in collective attention and better policies? Tutti noi abbiamo bisogno di aria fresca!

Links:

Silvio Berlusconi Premier: Una storia Italiana - Il Fatto Quotidiano

'Desberlusconizar' Italia - Antonio Tabucchi (El País)

It's time for an ascetic, noble Italy to replace the crass Berlusconi version - Maria Laura Rodotà (Guardian)

Festa dimezzata: Il PD vigili sulle scelte del governo Monti - Nichi Vendola (L'Unità)

Foreign Newspapers Press Review - Il fatto quotidiano

Dilma's speech at UN/Discurso da Dilma na ONU (Sept 2011)

ENGLISH BELOW

Esta semana, Dilma inaugurou a Assembleia Geral das Nações Unidas, como primeira mulher da história desta instituição. Conheça o discurso da Dilma (video em português, transcrição em inglês):



Para dizer toda a verdade, eu gosto mais da política de relações exteriores do Brasil que da forma que ele apresenta os seus sucessos dentro do país. Adorei as referencias as mulheres, aos efeitos sociais desemprego e o suporte a Palestina. Porém , se o Brasil fosse mesmo um lugar tão bom para morar para os pobres como a Dilma diz, aí teríamos um excelente exemplo a seguir. Infelizmente, não é (completamente) assim....

Aqui a transcrição(em inglês).

Espero que goste!


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This week Dilma opened the UN General Assembly, as the first woman in its history. Here is her speech (video in portuguese, transcript in English):



I have to admit I like more Brazil's foreign policy than the way it presents its domestic successes. I really liked reference to women, the social effects of unemployment and the support to Palestine. However, if Brazil were really as a good place to live for the poors as Dilma says, then we would have an excellent example to follow. Unfortunately, this is not (entirely) the case...

Here is the transcript(in English).
Enjoy!

Rocking the streets - UK riots

Di recente sui giornali inglesi le prime pagine - intendo le prime 10 pagine - sono state quasi interamente dedicate alle violenze che hanno devastato strade e coscienze nel paese. Sebbene il dibattito sia stato davvero ampio, ho letto/ascoltato pochi commenti davvero appassionanti. Qui due interventi che invece ho trovato stimolanti:

Reading violence http://thedisorderofthings.wordpress.com/2011/08/09/reading-violence-whats-political/

Civil violence http://www.ids.ac.uk/news/civil-violence-three-steps-to-understanding-the-mindless-criminal

E qui un tenatativo poco riuscito di interpretare l'accaduto: On Consumerism coming Home to Roost

[Three links that I found interesting about the UK riots, actually two. The third one is there just to share with you how unexciting I found it :P]

Thanks Jovan for sharing on FB, I was desperately sseking for some fresh thoughts!

Referendum 12-13 giugno - Parte 2 (Italo-brasiliani)

(English below)

Era un po' che non scrivevo sui referendum - o su altro, a dire il vero. Stamattina mi ha stimolato un bel post di Fábio, un italo-brasiliano che invita le persone di simile origine a votare per il referendum.

I brasiliani di cittadinanza italiana sono numerosi. Il movente è una comune storia di migrazioni transoceaniche che nel 1900 ha portato tanti italiani a cercare miglior fortuna in Brasile. Una delle felici conseguenze è che molti brasiliani discendenti da loro richiedono e ottengono la cittadinanza italiana. Spesso la cittadinanza è richiesta per comodità - il passaporto italiano è davvero ottimo per viaggiare o risiedere all'estero - ma altrettando spesso è un modo per rinnovare parte della propria identità famigliare e culturale.


Gli italo-brasiliani naturalmente hanno il diritto di voto in Italia, che Fábio invita ad esercitare in occasione del referendum. Il suo post fornisce utili informazioni su come votare a mezzo posta - della serie "sembra facile, ma non è, però se te lo spiego...":D. Inoltre, ospita un civile dibattito sulle opzioni di voto, stimolato dalla dichiarazione di Fábio sulle sue preferenze.

Insomma, un'altra iniziativa per il referendum del 12-13 giugno che mi è piaciuta, e che condivido con piacere, sperando invogli più persone ad informarsi e votare!

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I have not written for quite a bit about our referendum - or about anything else, to be honest. This morning I felt motivated by a beautiful post by Fábio, an Italo-brazilian citizen who invites people with similar orgins to cast their vote for the referendum.

There are several Brazilians with Italian citizenship. This is because of a common history of transoceanic migrations that brought many Italians to Brazil in search of a better future in the 20th century. A happy consequence of this is that many Brazilians of Italian descent request and obtain Italian citizenship. Often they request it out of practical mativations - the Italian passport is a really good option for travelling or living abroad - but equally often it helps to renew one's family and cultural identity.


Italo-brazilians have the right to vote in Italy, which Fábio invites to exercise for our next referendum. His post gives useful information on how to vote via mail - here we go again: "it seems easy, and it's not, but if I give you a couple of insights..." :D. Fábio's post also hosts a civil debate about how to cast one's vote, a debate started by Fábio's choice to declare his own choices.

Well, another initiative for the 12-13 June referendum that I really much enjoyed and happily share. I hope it will convince more people to get informed and vote!

Referendum 12-13 giugno 2011 - Parte 1

(English below)

Il 12 e 13 giugno tutti i cittadini con diritto di voto sono chiamati a dire la loro sui 4 quesiti referendari riguardanti questioni assolutamente centrali come l'acqua, il nucleare e il legittimo impedimento. Tuttavia, a poco più di un mese dal voto, l'informazione a riguardo è molto scarsa, e spesso confusa.

Scarsità e confusione informativa su questa nuova opportunità di esprimersi sulle sorti nostre e di chi ci seguirà rischiano di ingrossare le fila dei disaffezionati, di spaventare gli indecisi e di rendere il voto quasi un atto forzoso per quelli che invece, irriducibili, andrebbero a votare anche se fosse il 15 agosto.

Per me il voto dovrebbe essere un bel momento di partecipazione collettiva, un mezzo - anche se non il solo - tramite cui le persone possono dare voce alle loro aspettative, posizioni e, perché no?, ai loro sogni di futuro. È per questo, più che per le mie posizioni in merito al si/no ai quesiti, che ho deciso di dedicare qualche post all'appuntamento del 12-13 giugno.

Inizio volentieri con "Voto il 12 giugno". È un sito gradevole, che spiega in modo semplice e abbastanza equilibrato perché votare, come farlo e di cosa trattano i quesiti referendari.

Mi piace per tre ragioni:

- Per quel che ho capito, è un'iniziativa civica: persone comuni che invitano altre persone comuni a votare.

- Usa parole semplici ed educazione, nessuna mania di grandezza o faziosità.

- Fornisce informazioni davvero utili, per esempio come votare se si è all'estero o se bisogna ancora votare per il quesito sul nucleare.

Visitate il sito e condividetelo sulle vostre reti, recensitelo, fatelo conoscere. Serve a fare votare più persone ed a premiare una bella iniziativa!

Inoltre, condividi e commenta questo post tra i tuoi amici con diritto di voto, ma anche con gli altri. Anche se stranieri o residenti all'estero, potrebbero contribuire --> vedi parte in inglese.

Ti invito anche a riprodurre questo post, in parte o per intero. Per favore, cita sempre la fonte e segnala la riproduzione a: helpustovote@gmail.com

Per info, suggerimenti o per partecipare scrivi a: helpustovote@gmail.com

Grazie!

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Dear friends,

this is not a translation of the message in Italian. I want to spend the following lines to invite you to support our campaign to bring Italian people to vote for a really important referendum on the 12-13 June 2011.

In June, Italians will have the great chance to cast our vote in a refererendum (4 questions) on important issues related with the access to water, nuclear power plants in our national territory, and a recent law that allow our national elected politicians to avoid judiciary prosecution until they are in charge (although they will be called to respond to accusations afterwards).

The point is that in Italy the referendum has been and is presently boycotted. Media are avoiding to promote it. Although it could have been scheduled during the same days of our administrative elections (15-16 May), it will be held on different days, costing to the public about 400 millions euro more. Finally, the Italian government has promoted a confusing provisionary legal framework to suspend our legislation about nuclear power, which however does not correspond to a long lasting abandonment of it.

These strategies risk to reduce electoral participation and so bring to the invalidation of the referendum, which to be valid requires that 50% plus one citizens actually vote. It represents a factual - although not formal - discouragement to the exercise of one of our most basic rights/duties: to vote and decide about our present and future in a basic democratic fashion.

This is why I would be happy if people vote on 12-13 June, whatever they decide to stand for. Although I have my opinion about the referendum's questions, I strongly believe that now it is more important to promote participation and engagement much more than my personal preferences. I am aware that we all would benefit from an open debate about water, nuclear power and prosecution rules. They are complex issues and deserve attention. However, I feel that to rebuild the elementary spaces for discussion comes first. Without these spaces and a renewed sense of ownership about our public life, we will not even engage in the debate.

How could you help?

- If you know Italians living abroad or in Italy, inform them that they can vote for this referendum. They can find more and good quality info about the questions and how to vote on Votoil12giugno.it

- You may want to say you LIKE and SHARE on Facebook pages like (In Italian) Votoil12giugno, Battiquorum - Referendum, Battiquorum

- You may want to write/translate an article, a blog post or a short invitation/email/tweet in your language. If you do, or if you need information/peer review/suggestions please write me at: helpustovote[at]gmail.com

- Share and comment this post and similar posts you may find online in your network.

Thank you for your support!

Industria argentina, ma senza troppo orgoglio - Industria argentina, but not so proudly made

A distanza di più di 10 anni dalla sua uscita, ho visto oggi, Garage Olimpo (1999), film di Marco Bechis sui desaparecidos durante la dittatura argentina.

Mi ha colpito molto come il film intreccia atti quotidiani, normali, quasi banali con le torture. La sequenza sovrana di questo intreccio è quella in cui Maria, una delle persone catturate e torturate, dopo un tempo indefinito in prigionia, viene portata a "fare un giro" dal suo carceriere. Con lui, che fino al momento della cattura per Maria è solo uno degli inquilini della pensione di sua madre, ha iniziato una relazione.

Maria, esile, và sull'altalena, prova a chiamare la madre. La coppia beve una birra in un ristorante e passeggia in mezzo alla folla urbana. Tanta normalità è però tradita dall'ennesimo tentativo di Maria di scappare. Come a dire che questo normale orrore, è meno normale di ciò che sembra.

La radio vecchio stile che i carcerieri accendono durante le torture porta l'iscrizione Industria Angentina. Chi ha vissuto in America Latina sa quanto popolari siano scritte simili nel continente. Parlano di una storia comune fatta di costruzione della nazione e modernizzazione industriale, entrambe perseguite con orgoglio e mai compiute. L'Industria Argentina sulla radio dei torturatori appare quasi ironica, sembra riferirsi a ben altra e molto più atroce industria - quella della tortura.

Atroce nella sua quotidianità, ecco come è il male dipinto da Garage Olimpo. Intanto, una Buenos Aires senza tempo ripresa dall'alto - che però pare sia la Los Angeles contemporanea (?) - scorre sullo schermo a un ritmo innaturale.

As I discovered from Google Statistics that somebody somewhere sometimes outside Italy reads this blog, I am pleased to translate some of my posts into English. So you guys read more easily, and I practice it! I apologise for my mistakes. By the way, I really appreciate corrections!


After more than 10 years from its release, today I watched Garage Olimpo (1999), a movie by Marco Bechis about Argentinian dictatorship's desaparecidos.

The film impressed me because of its entanglement of daily, ordinary, almost banal acts with tortures. The master sequence of this weaving is that where Maria, one of the captives, after a indefinite time in detention, goes "for a walk" with her jailer. With him, who Maria knows until her seizure as a tenant of her mother's pension, she started an affair.

Skinny Maria goes on the swing, tries to call her mother. The couple has a beer in a restaurant and strolls among the urban crowd. One more Maria's attempt to escape betrays such everydayness. As if this ordinary horror were less ordinary than it would like to be.

On the old-fashioned radio that the jailers switch on during tortures it is impressed the motto Industria Angentina. Who knows Latin America is familiar with these inscriptions popular all over the continent. They narrate a common history made of nation building and industrial modernization, both proudly pursued and never accomplished. The Industria Argentina on torturers' radio appears almost ironic, it seems talking about a pretty different and much more ferocious industry - torture.

Atrocious everydayness, this is the evil that Garage Olimpo depicts. Filmed from above, a timeless Buenos Aires - that it is told to be contemporary Los Angeles (?) - passes on the screen at a very unnatural rhythm.

"Dimettiti": piccoli pensieri sulla manifestazione di oggi con Libertà e Giustizia

Sto facendo un po' di giri sul web per capire che copertura ha avuto la manifestazione dei cittadini italiani con Libertà e Giustizia di oggi per chiedere le dimissioni di Berlusconi. Non molta a quanto pare, soprattutto all'estero. Anche su Twitter #dimettiti non è un topic particolarmente popolare.

Proprio un gran peccato. Io ci sono andata, ed è stata una manifestazione civile molto bella e partecipata. Come ha detto il mitico (!!!) Umberto Eco, certo non farà dimettere Berlusconi, ma almeno ci aiuta a confermare la nostra dignità come paese e come persone. E a sentirci meno soli in questo momento così avvilente.

Quattro cose in particolare mi hanno colpito:

1. Il peso delle parole: eravamo tutti lì per ascoltare. Sono arrivata quando il Palasharp era già pieno, quindi sono rimasta fuori. Eravamo tutti lì in piedi ed in silenzio, commentando i discorsi con amici e vicini a bassa voce. Mi ha fatto pensare che in momenti un po' speciali, anche nella ormai maleducata Milano, siamo capaci di ascoltare e rispettare l'interesse dell'altro per parole che ritiene/riteniamo importanti.

2. La bandiera italiana
: alcune persone l'hanno portata e sventolata durante la manifestazione. Simbolo a cui non siamo particolarmente legati, ma che probabilmente stiamo imparando a riscoprire, a me ha scaldato il cuore e rinfrescato la mente. Credo perché penso che i simboli siano importanti, possono aiutarci a costruire senso, appartenenza e responsabilità. Tutte cose di cui abbiamo molto bisogno.

3. L'ironia: mi sono divertita, proprio divertita. Gli interventi sono stati in generale critici ma allegri, ironici o scherzosi e soprattutto mai volgari. Io penso che questa sia la strada, basta solo musi lunghi!

4. I nuovi italiani: che poi sospetto ormai non siano più così nuovi. Bisognava prestarci attenzione, ma in mezzo alla platea c'erano persone dai tratti somatici di posti lontani e un paio di famiglie italo-nonsodidove. Siamo già cambiati, e lo siamo così tanto che persone con radici straniere o identità miste sentono la voglia di partecipare. Io non posso che esserne felice!

Quanto ci tenevamo ad esserci? Tanto, qualcuno era lì fin dalle 9 del mattino. Eroici!

Bertold Brecht e la protesta


Ho trovato una bella poesia di Bertold Brecht leggendo un articolo di dicembre 2010, ormai vecchio per l'era della notizia scaduta appena uscita sul giornale (qui ). A quanto pare le cose vecchie non sono sempre da buttare e così un articolo dicembrino può invogliarmi a diffondere una vitalissima - e vecchia - poesia:


So does that mean we've got to rest contented
And say "That's how it is and always must be"
And spurn the brimming glass for what's been emptied
Because we've heard it's better to go thirsty

So does that mean we've got to sit here shivering
Since uninvited guests are not permitted
And wait while those on top go on considering
What pains and joys we are to be permitted?

Better, we think, would be to rise in anger
And never go without the slightest pleasure
And, warding off those who bring pain and hunger
Fix up the world to live in at our leisure.



Che almeno la protesta non sia considerata fuori tempo massimo! :)

Foto da "Mastica e Sputa" sul G8 di Genova 2001 (Che fine ha fatto la mostra? Era così bella...)

Traduzione del discorso di Dilma (Presidente del Brasile)

Come promesso, la traduzione in italiano del discorso di insediamento di Dilma Rousseff, neo-eletta presidenta del Brasile, pronunciato ieri a Brasilia:


Care brasiliane e cari brasiliani,

Per la decisione sovrana del popolo, oggi per la prima volta la fascia presidenziale cingerà le spalle di una donna. Sono immensamente onorata di questa scelta del popolo brasiliano e conosco il significato storico di questa decisione.

So anche come è apparente la morbidezza della seta verde-oro della fascia presidenziale, poiché questa porta con sé una enorme responsabilità di fronte alla nazione. Per accettarla ho com me la forza e l’esempio della donna brasiliana. Apro il mio cuore per ricevere, in questo momento, una scintilla della sua immensa energia.

E so che il mio mandato deve includere la traduzione più generosa di questo audace voto popolare che, dopo aver condotto alla presidenza un uomo del popolo, decide di convocare una donna a dirigere il destino del paese. Vengo per aprire le porte a molte altre donne perché possano, nel futuro, diventare presidenta; e perché – nel giorno di oggi – tutte le brasiliane sentano l’orgoglio e l’allegria di essere donne. Non vengo per elogiare la mia biografia; ma per glorificare la vita di ogni donna brasiliana.

Il mio impegno supremo è onorare le donne, proteggere i più fragili e governare per tutti. Vengo, prima di tutto, a dare continuità al maggiore processo di affermazione mai vissuto da questo paese. Vengo per consolidare l’opera trasformatrice del Presidente Luis Inácio da Silva, com cui ho avuto la più intensa esperienza politica della mia vita e, accanto a lui, il privilegio di servire il paese in questi ultimi anni.

Dilma presidente, quasi una promessa d'amore

Ho tradotto il discorso di insediamento della nuova presidenta del Brasile Dilma Rousseff ha pronunciato oggi pomeriggio a Brasilia. E lascio qui un commento, nel post successivo pubblicherò il discorso in italiano.

Quando il sambista brasiliano Noel Rosa compose il grazioso samba Com que roupa? si interrogava sull'abito adatto da indossare per una festa. Apparentemente solo un samba senza molto impegno, la musica nasconde una critica sociale al Brasile degli anni Trenta e della crisi economica. Per ironia della sorte, la celata critica aveva una melodia troppo simile all’inno nazionale brasiliano, e così fu modificata prima di essere pubblicata. Probabilmente un esempio di black humor stile Latinoamerica, Com que roupa? sintetizza bene il mio umore ambiguo leggendo il discorso di Dilma.



Un discorso appassionato, che coniuga solennità, orgoglio e profonda fiducia in un Brasile tutto in crescita. Un discorso fatto al futuro ma che non rinnega il passato. Dilma si propone di trasformare in realtà l’ambizione nazionale ad essere una “democrazia vibrante e moderna, piena di impegno sociale, libertà politica e creatività istituzionale” e di realizzare il carnale desiderio del Brasile di potersi dire, finalmente, sviluppato.

I punti cardine del progetto sono l'eradicazione della miseria, l'investimento pubblico in salute, educazione e sicurezza, l’attenzione allo sviluppo economico e l'integrazione di tutto il paese. In aggiunta, Dilma ha menzionato la centralità della “donna brasiliana”, la riforma istituzionale e moderne politiche ambientali.

Con un emozionato ritorno al passato, la neo-presidenta ha indicato continuità con i governi Lula. Ha inoltre garantito il rispetto delle libertà di stampa ed opinione come lasciti della sua esperienza di lotta alla dittatura. Interessante è il ruolo internazionale ritagliato per il Brasile di promotore dell’integrazione latinoamericana e di maggiore democrazia nelle istituzioni multilaterali.

Tuttavia Dilma ha parlato per tutti, forse per troppi.