Berlusconi se n'è andato, dopo quasi un ventennio di violenza sul mio paese. Io sono felice! E vorrei tanto essere stata qui:
Mi viene da piangere per commozione, ma anche perché vorrei davvero che ci fosse una classe politica capace di rappresentare e rispondere a questo entusiasmo con un modello sociale più giusto e pulito, oltre che con un'economia più efficiente, per il mio paese. Questo difficilmente avverrà con il futuro governo Monti. E dopo? Saremo capaci di trasformare l'entusiasmo in attenzione collettiva e politiche migliori? We all need fresh air!
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Berlusconi has gone after almost twenty years of violence in/on my country. I am very happy! And I would love to be here (video above).
I feel as I would cry because I am moved, but also because I would like to be confident that our politicians are able to represent and answer to this enthusiasm with a more just and clean social model, along with a more efficient economy, for my country. This will hardly happen with the Monti's government. And after that? Will we be able to transform our enthusiasm in collective attention and better policies? Tutti noi abbiamo bisogno di aria fresca!
Links:
Silvio Berlusconi Premier: Una storia Italiana - Il Fatto Quotidiano
'Desberlusconizar' Italia - Antonio Tabucchi (El País)
It's time for an ascetic, noble Italy to replace the crass Berlusconi version - Maria Laura Rodotà (Guardian)
Festa dimezzata: Il PD vigili sulle scelte del governo Monti - Nichi Vendola (L'Unità)
Foreign Newspapers Press Review - Il fatto quotidiano
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"Dimettiti": piccoli pensieri sulla manifestazione di oggi con Libertà e Giustizia
Sto facendo un po' di giri sul web per capire che copertura ha avuto la manifestazione dei cittadini italiani con Libertà e Giustizia di oggi per chiedere le dimissioni di Berlusconi. Non molta a quanto pare, soprattutto all'estero. Anche su Twitter #dimettiti non è un topic particolarmente popolare.
Proprio un gran peccato. Io ci sono andata, ed è stata una manifestazione civile molto bella e partecipata. Come ha detto il mitico (!!!) Umberto Eco, certo non farà dimettere Berlusconi, ma almeno ci aiuta a confermare la nostra dignità come paese e come persone. E a sentirci meno soli in questo momento così avvilente.
Quattro cose in particolare mi hanno colpito:
1. Il peso delle parole: eravamo tutti lì per ascoltare. Sono arrivata quando il Palasharp era già pieno, quindi sono rimasta fuori. Eravamo tutti lì in piedi ed in silenzio, commentando i discorsi con amici e vicini a bassa voce. Mi ha fatto pensare che in momenti un po' speciali, anche nella ormai maleducata Milano, siamo capaci di ascoltare e rispettare l'interesse dell'altro per parole che ritiene/riteniamo importanti.
2. La bandiera italiana: alcune persone l'hanno portata e sventolata durante la manifestazione. Simbolo a cui non siamo particolarmente legati, ma che probabilmente stiamo imparando a riscoprire, a me ha scaldato il cuore e rinfrescato la mente. Credo perché penso che i simboli siano importanti, possono aiutarci a costruire senso, appartenenza e responsabilità. Tutte cose di cui abbiamo molto bisogno.
3. L'ironia: mi sono divertita, proprio divertita. Gli interventi sono stati in generale critici ma allegri, ironici o scherzosi e soprattutto mai volgari. Io penso che questa sia la strada, basta solo musi lunghi!
4. I nuovi italiani: che poi sospetto ormai non siano più così nuovi. Bisognava prestarci attenzione, ma in mezzo alla platea c'erano persone dai tratti somatici di posti lontani e un paio di famiglie italo-nonsodidove. Siamo già cambiati, e lo siamo così tanto che persone con radici straniere o identità miste sentono la voglia di partecipare. Io non posso che esserne felice!
Quanto ci tenevamo ad esserci? Tanto, qualcuno era lì fin dalle 9 del mattino. Eroici!
Proprio un gran peccato. Io ci sono andata, ed è stata una manifestazione civile molto bella e partecipata. Come ha detto il mitico (!!!) Umberto Eco, certo non farà dimettere Berlusconi, ma almeno ci aiuta a confermare la nostra dignità come paese e come persone. E a sentirci meno soli in questo momento così avvilente.
Quattro cose in particolare mi hanno colpito:
1. Il peso delle parole: eravamo tutti lì per ascoltare. Sono arrivata quando il Palasharp era già pieno, quindi sono rimasta fuori. Eravamo tutti lì in piedi ed in silenzio, commentando i discorsi con amici e vicini a bassa voce. Mi ha fatto pensare che in momenti un po' speciali, anche nella ormai maleducata Milano, siamo capaci di ascoltare e rispettare l'interesse dell'altro per parole che ritiene/riteniamo importanti.
2. La bandiera italiana: alcune persone l'hanno portata e sventolata durante la manifestazione. Simbolo a cui non siamo particolarmente legati, ma che probabilmente stiamo imparando a riscoprire, a me ha scaldato il cuore e rinfrescato la mente. Credo perché penso che i simboli siano importanti, possono aiutarci a costruire senso, appartenenza e responsabilità. Tutte cose di cui abbiamo molto bisogno.
3. L'ironia: mi sono divertita, proprio divertita. Gli interventi sono stati in generale critici ma allegri, ironici o scherzosi e soprattutto mai volgari. Io penso che questa sia la strada, basta solo musi lunghi!
4. I nuovi italiani: che poi sospetto ormai non siano più così nuovi. Bisognava prestarci attenzione, ma in mezzo alla platea c'erano persone dai tratti somatici di posti lontani e un paio di famiglie italo-nonsodidove. Siamo già cambiati, e lo siamo così tanto che persone con radici straniere o identità miste sentono la voglia di partecipare. Io non posso che esserne felice!
Quanto ci tenevamo ad esserci? Tanto, qualcuno era lì fin dalle 9 del mattino. Eroici!
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