Dilma presidente, quasi una promessa d'amore

Ho tradotto il discorso di insediamento della nuova presidenta del Brasile Dilma Rousseff ha pronunciato oggi pomeriggio a Brasilia. E lascio qui un commento, nel post successivo pubblicherò il discorso in italiano.

Quando il sambista brasiliano Noel Rosa compose il grazioso samba Com que roupa? si interrogava sull'abito adatto da indossare per una festa. Apparentemente solo un samba senza molto impegno, la musica nasconde una critica sociale al Brasile degli anni Trenta e della crisi economica. Per ironia della sorte, la celata critica aveva una melodia troppo simile all’inno nazionale brasiliano, e così fu modificata prima di essere pubblicata. Probabilmente un esempio di black humor stile Latinoamerica, Com que roupa? sintetizza bene il mio umore ambiguo leggendo il discorso di Dilma.



Un discorso appassionato, che coniuga solennità, orgoglio e profonda fiducia in un Brasile tutto in crescita. Un discorso fatto al futuro ma che non rinnega il passato. Dilma si propone di trasformare in realtà l’ambizione nazionale ad essere una “democrazia vibrante e moderna, piena di impegno sociale, libertà politica e creatività istituzionale” e di realizzare il carnale desiderio del Brasile di potersi dire, finalmente, sviluppato.

I punti cardine del progetto sono l'eradicazione della miseria, l'investimento pubblico in salute, educazione e sicurezza, l’attenzione allo sviluppo economico e l'integrazione di tutto il paese. In aggiunta, Dilma ha menzionato la centralità della “donna brasiliana”, la riforma istituzionale e moderne politiche ambientali.

Con un emozionato ritorno al passato, la neo-presidenta ha indicato continuità con i governi Lula. Ha inoltre garantito il rispetto delle libertà di stampa ed opinione come lasciti della sua esperienza di lotta alla dittatura. Interessante è il ruolo internazionale ritagliato per il Brasile di promotore dell’integrazione latinoamericana e di maggiore democrazia nelle istituzioni multilaterali.

Tuttavia Dilma ha parlato per tutti, forse per troppi.
Dilma propone uno sviluppo economico basato sull'appoggio alla grande impresa - incluso l'agrobusiness - all’imprenditore che la presidenta suppone albergare in molti brasiliani, e sullo sfruttamento del petrolio marittimo a grande profondità (Pré-Sal).

Eppure l'agrobusiness è uno dei maggiori colpevoli della deforestazione in Amazzonia. La creatività imprenditoriale brasiliana spesso altro non è che un tirare a campare tra lavori e lavoretti. Il Pré-Sal è per Dilma “il passaporto” per il futuro del Brasile, una fonte di posti di lavoro e risorse pubbliche ma anche, e questo Dilma non lo dice, un’iniziativa ad altissimo rischio ambientale.

Il “progetto inedito di un paese sviluppato dalla grande componente ambientale” e dalla forte spinta innovatrice è un obiettivo ambizioso e un sogno di molti. Tuttavia, preservazione della biodiversità e sviluppo di fonti energetiche alternative sembrano una ricetta fragile di fronte alla potenza degli imperativi e degli interessi economici locali, nazionali e transnazionali che si integrano e competono sul territorio brasiliano.

Come dimenticare, infatti, che in Brasile il riscaldamento globale è più che una preoccupazione. L’accanita siccità del Nordest, le piogge torrenziali nel Sud e Sudovest, l’insostenibilità sociale e ambientale delle città, l’aumento del livello dei mari sono problemi attuali ancora in cerca di soluzione. Inoltre, finora poche risposte sono state date agli abusi del capitale – e dello stato stesso – sull’ambiente e sulle popolazioni, rurali ma anche urbane.



I miei amici brasiliani mi hanno ripetuto in questi mesi di campagna elettorale che le promesse valgono poco, e alla fine nessuno ci crede più. Con molto spirito di servizio e profondo amore per il suo paese, Dilma ha dichiarato dedizione assoluta al suo paese. Ma si sa, gli impegni politici, un po’ come le promesse d’amore, sono difficili da realizzare fino in fondo. Tuttavia, dopo secoli di sofferto amore romantico e impegni politici mancati, io e molti altri rimaniamo inguaribili romantici e instancabili ottimisti.

Faccio quindi sinceri complimenti e auguri alla presidenta Dilma. Le auguro soprattutto di trasformare le buone intenzioni del suo discorso in buone politiche. La invito anche ad usare il coraggio e la tenerezza femminili a cui allude per andare un po’ più in là. La costruzione di un’economia verde, giusta e in crescita sollecita, più di ogni altra cosa, il riconoscimento dei limiti di questo modello di sviluppo. Molti auguri, e que Deus nós abençoe!

2 commenti:

Marcelo Pace ha detto...

Anch'io penso a tutte le promesse e quante cose si compiono veramente qui in Brasile. Tuttavia, anch'io rimango un ottimista incorreggibile e mi auguro che Dilma riesca veramente a ridurre la miseria e chissà avvicinare le sue proposte di sviluppo alla realtà medio-ambientale che hai ben segnalato.

Mari ha detto...

Ciao Marci, si, io glielo auguro di cuore, veramente! Alla fine mi sento anche io un po' parte di questa nuova fase del Brasile... nu pezz e core! ehehehe bacione