Il mio ferragosto

La mia mamma mi ha spedito l'augurio di un buon ferragosto. Quando ho letto il messaggio ero al Caminho Novo, lavorando con Berenice, una professora superingamba, nella sua lezione di arte. A dire il vero era una delle lezioni di rilegatura che abbiamo iniziato un paio di settimane fa. Impariamo, gli utenti dell'Arsenal e io, a rilegare quaderni, quadernini, album, libri, insomma tutto quello che si può rilegare. Lasciando che ognuno costruisca la sua piccola grande opera.

Qui ferragosto non esiste come ricorrenza, ma oggi anche io ho festeggiato. In un modo un po' speciale! Oggi niente lavoro, se così si può chiamare il tempo e l'energia spesi al Caminho Novo. Con Ana Tereza (mi perdonino lei e voi ma mi sa che non si scrive così!), coordinatrice di alcuni centri educativi della ASPF,ho visitato altre unità dell'associazione. L'Asas fortes, che vuol dire ali forti, bel nome, il Gracinha, il CEPEC e il Girassol. Tutti molto vicini, ognuno diverso.

Il contorno è una povertà a volte estrema. Case senza fondamenta, altre due o tre piani, una famiglia per piano. Le migliori tirate su con i mattoni, le più povere di legno, tutte o quasi con una esile scala a pioli per salire e scendere dai piani più alti. Nessun orpello, alcune costruzioni incompiute. Niente asfalto, ma a volte la corrente elettrica e anche l'acqua. Il crogiuolo di strade e case ricorda le medine delle città arabe, così arrotolate, ingarbugliate, accatastate.

Le favelas di San Paolo sono indicate sulle mappe cittadine. Alcune strade hanno anche un nome, e gli abitanti un indirizzo per la posta. Bene, chi ci vive può non sentirsi del tutto perso, percepisce che il mondo non finisce sul limitare della strada più grande e vicina che scorre indifferente davanti ai suoi occhi. Così strano però, per degli agglomerati di case e vite davvero precarie.

Il Girassol è in mezzo ad una favela, nella zona del Jardim Jacqueline.La facciata coloratissima, è un invito ad entrare. Il centro è piccino, ma c'è uno spazio aperto per il gioco, delle stanze confortevoli, una cucina con tanto di cuoca. Le mani nodose e gli occhi severi ma gentili che mi ricordano tanto i tratti delle donne meridionali doc del paese di mia madre. Quando ci sono andata io, il centro era ormai chiuso. Niente bimbi, sig.. Fuori una strada che per gli strandard di San Paolo è praticamente una mulattiera. Poche macchine, almeno qui! Ai lati un sacco di giovani, pochi dei quali escono dalla favela, donne che aspettano l'autobus, negozietti modestissimi, una casa più in là del Girassol, un bar. Insomma, vita che procede. A me è anche venuta voglia di farci una passeggiata ferragostana, in quella strada, anche senza mare.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

mia cara!! sono felice che sei tornata.... mi raccomando, non sparire... continua a raccontare!!
il mio ferragosto è stato molto simile al tuo.... giorno lavorativo come gli altri, una realtá diversa intorno... ma forse va meglio così!!
mi viene la pelle d'oca a sentirti raccontare di quei posti che, se posso, con un pó di audacia, definirei quasi un pó "miei" tempo fa.... e a sapere di aver lasciato un ricordo.... nn sai quanto sia bello ricevere ancora, dopo tanto tempo, un calore così intenso e speciale che si percepisce forte anche a questa distanza....
e sono sempre piú convinta che prenderó quel volo... va bene dal 6 al 10 sett ca???? :-)
raccontami di pedro...

Anonimo ha detto...

mari.... che faccio compro il biglietto??? mi potrai ospitare?? fammi sapere appena puoi.... devo ocmprare ora il biglietto!!!
besos!!!

Chia' ha detto...

Ma ciao cara! vedo che tutto sta andando bene e ho anche saputo che hai conosciuto il mio amico nonchè compagno di avventure africane Antonio...che dire...il mondo è proprio piccolo (per essere fine!)
Un bacio e presto
Chiara (Flcg)

Anonimo ha detto...

Ciao mia piccola, che gioia!!!!! sono riuscita a leggerti. Che dire dei tuoi scritti, delle tue continue ricerche di mondi e costumi nuovi? Sono vicina a te sempre col pensiero e con il cuore. Io a ferragosto sono stata con gli zii di Roma , nonno ed altri amici in una località " Fondi" vicino al mio paesello. Paesello dove ancora ci sono quelle donne meridionali che parlano col viso e con gli occhi perchè ancora oggi non è dato a loro essere se stesse. Certo sono le anziane, le giovani forse possono dire qualcosa in piu'. E' la storia dei tempi antichi quando anche al paesello si viveva insieme tutti in una stanza e, non solo. C'erano come abitanti anche alcuni animali utili per il lavoro contadino. Vedo che stai facendo una dura e bella esperienza di vita. Al tuo ritorno avrai molto da raccontare. Mi piace il tuo blog e questo modo di comunicare. Ho visto anche le foto. Ci sono riuscita!!!!!!!!!!!!!!!!!!.............

Baci baci
mamma

Mari ha detto...

Ehi Chiara, che piacere! Si, ho conosciuto Antonio, sembra un sacco in gamba!!! E sta facendo un bel giro insieme ai suoi compagni di viaggio.. Quest'anno avete preso strade diverse.. E' vero, il mondo è proprio piccino piccino.. anch'io faccio la fine, qui c'è anche la mamma: ciao mamma!!!!!!!!! ;-)