Ambasciatore usa e getta, e il progetto?

Stamattina il puntuale messaggio di Adriano mi ha svegliato con la notizia che Morales avrebbe chiesto all'ambasciatore americano di lasciare la Bolivia, perché gli Stati Uniti stanno finanziando e supportando l'opposizione violenta e accanita a Morales che blocca le strade, incendia e saccheggia, vessa pesantemente chi non la supporta nei distretti di Beni, Pando e Santa Cruz e al confine.

La scelta di Morales è bella tosta, e c'è una parte di me che dice: "Finalmente qualcuno lo ha fatto!". Ma se gli americani supportano l'opposizione, vuol dire che un'opposizione c'è. Chi è? Quanto pesa? È davvero così cinica, arricchita, cattiva? Quanto conta la paura per un cambiamento rapidissimo che il governo centrale boliviano cerca di portare avanti?


Ad essere sincera, visto da qui, Morales spinge un po' troppo l'accelleratore. Morales corre di brutto! Terra, costituzione, nazionalizzazione, diritto(i) indigeno(i), ALBA. Tutto insieme e tutto subito! I cambiamenti o i tentativi di cambiamento radicale sono una grossa sfida. In situazioni già di per sè difficili e conflittuali richiedono una grande convinzione e disponibilità a pagare costi umani economici e politici altissimi. Spesso i risultati della corsa sono piuttosto modesti, e non giustificano tanto dolore.
Qualcuno potrebbe fare notare che, in fin dei conti, nei secoli dei secoli passati, mica colonialisti, fascisti, latifondisti, padroni, cinici studiosi ci siano andati troppo per il sottile. E perché Evo Morales ora dovrebbe preoccuparsi di andare ad andatura moderata? Non lo so, forse non amo lo squilibrio, forse ho paura, forse sono metodologicamente pacifista, forse credo che velocità e responsabilità si coniughino male, così come complessità e velocità...
La riappropriazione del controllo sulle risorse, la distribuzione della terra e in generale della ricchezza, la riaffermazione di una specificità indigena sono propositi di tutto rispetto. Però inizia a sorgermi il dubbio che per perseguirli in Bolivia bisogna fare ricorso a metodi davvero violenti e soprattutto coercitivi. È un prezzo che si paga spesso, ma qui/lì avviene, come si dice, by chance or by design? Non è questione da poco, serve a capire quanta capacità di stare nelle cose e sulle cose il governo boliviano ha.
A questo bisogna aggiungere che, se si lasciano morti e feriti sul campo, è importante la responsabilità: avere strumenti ed esperienze per operare i cambiamenti promessi, arrovellarsi le meningi e cercare risorse per metterli in pratica, non solo enunciarli come principi. Altrimenti oltre ai morti, rimane pure la miseria e la sottomissione di prima. Capacità e mezzi pare manchino nella Bolivia di oggi, ed è normale. Siamo sempre in un paese del sud del mondo con una miriade di problemi. Ma la domanda è: c'è qualche progetto per recuperare?

Al di là dell'ambasciatore usa (e getta :-), inizio a chiedermi se il progetto Morales abbia delle basi solide, o se piuttosto sia destinato a naufragare con capitano, marinai e tutti i passeggeri. Certo, da qui è difficile capire, le informazioni sono sporadiche, parziali, talvolta neppure sono informazioni. Ma insomma, avrò tempo di approfondire. :-)

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