I miei piedi e il trickle down

Intuizioni mattutine fresche di giornata. Nascono sotto la doccia, si sviluppano verso la fermata del bus e poi affogano nella prima pausa caffé in ufficio. Rinasceranno?

Stamattina sotto la doccia ho avviato una riflessione sul trickle down, quella teoria pacificatrice delle coscienze e dei governi che dice che fare diventare ricchi i ricchi fa bene anche anche ai poveri. Come la pioggia, i diné scendono dai piani alti fino ai sottoscala.

La questione è che in doccia dimentico spesso di lavarmi i piedi. Quindi mi sono chiesta: se mi insapono e sciacquo per bene dalla testa alle caviglie, tutta quell'acqua e sapone che scorre verso il basso, basterà a pulire anche i piedi?



Il ragionamento è proceduto come al solito con la palla al centro e un biscotto tra le mani. Sulla strada per la 50 pensavo: on one hand, se hai i piedi molto sporchi, perché hai camminato a lungo con i sandali, c'è caduta la bbbirra,la strada era polverosissima allora non serve a molto quel residuo di doccia che ti scivola tra le dita. On the other hand, se i piedi non sono neri, magari li hai lavati ieri, o ti accontenti di una sciacquatina, allora può essere utile, sempre meglio di niente...

La politica del trickle down è stata usata per rendere meno progressivo il sistema di tassazione americano, e come argomentazione a sostegno di una crescita economica in cui i processi distributivi non sono governati. E' il mercato bellezza! Proseguendo la mia analogia, potrebbe sorgere il dubbio che il trickle down non sia una teoria sbagliata, come ho sempre pensato, ma solo inutile, poiché le politiche ad essa ispirate avrebbero effetti talmente lievi da diventare irrilevanti. Se l'obiettivo è lavarmi i piedi sporchi, devo strofinare tallone, pianda, collo e dita per bene. Se l'obiettivo è ridurre la povertà, è dei poveri che mi devo occupare, non dei ricchi.

A dire il vero, giunta qui, mi viene in mente che io penso ai miei piedi, penso ai poveri e ai ricchi. Li penso come oggetti distinti, non li penso in relazione. Penso cioé all'economia nei termini di risorse scarse per usi alternativi di Robbins, e non nei termini relazionali di Marx, per esempio. Non li penso neanche secondo l'analogia struttural-funzionalista del corpo sociale, in cui ogni istituzione e sistema ha una funzione per il tutto. Qui però inizio a perdermi, ci devo pensare ancora un po'! E' arrivata la pausa caffé.

Per ora, basta il trickle down, indigesto sul piano ideologico e dubbio su quello scientifico. In tutto ciò, ho deciso che da domani in doccia laverò per bene anche i piedi, non si sa mai.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Geniale.

marco

Anonimo ha detto...

mi spiace averlo letto in ritardo; ottima angolazione per riflettere sulla utilità (e su come renderla "sistemica") dei pediluvi...
petrus

Mari ha detto...

Petrus grazie per il commento! Alcune riflessioni, pardon, pediluvi sistemici, non hanno tempo :)

Anonimo ha detto...

Davvero Complimenti!!!